Climbing Radio: la prima web radio dedicata ai climber

photo © Climbing Radio Intervista a Matteo Zurloni

di Ercole Giammarco

Quando la redazione di Itaca Journal mi ha chiesto di intervistare il founder di Climbing Radio la prima cosa che mi sono chiesto (e che mi sono ripromesso di chiedere durante l’intervista) è stata: perché a una persona viene l’idea di creare non un magazine online, non una palestra, ma una radio dedicata a chi è appassionato di arrampicata?

Ma andiamo per ordine. Climbing Radio nasce nel 2014 dall’iniziativa di Marco Pandocchi, appassionato climber, che la montagna l’ha respirata da sempre, visto che ci è nato, in Val Camonica, 53 anni fa.
Si trasferisce a Brescia, studia ingegneria a Milano, e inizia il cursus honorum dell’uomo di marketing, prima come manager di società multinazionali e poi come consulente di aziende che sviluppano prodotti per il mondo del climbing.
È stato un passaggio fluido” – mi racconta – “ho voluto far convergere nel lavoro le mie competenze professionali e le mie passioni”.
Che sarebbe un buon programma per qualunque giovane si avvicini al mondo del lavoro.

Intervista a Alex Honnold _ photo © Climbing Radio

…E arriviamo alla domanda: “Perché una climbing radio?” Immaginavo una risposta piena di visioni, passione, sogni, addirittura utopie che della passione e del sogno sono i figli legittimi.

E invece Marco, che di passioni e visioni ne ha tante, ma ha anche la testa quadrata di un ingegnere gestionale, mi ha dato una risposta lucidissima, e anche molto convincente.
Da appassionato di arrampicata mi ero reso conto che mancava un collettore di informazioni che semplificasse la vita di chi deve organizzarsi per godersi questo sport… Poi avevo notato che nella maggior parte di palestre si arrampica con una colonna sonora che accompagna la performance, non è un semplice sottofondo musicale… E ho pensato: perché non creare un punto di riferimento per tutti i climber amatoriali italiani di cui la musica diventi per cosi dire un file rouge unificante?

E infatti l’ha creato, questo punto di riferimento, e funziona alla grande.
La tecnologia, con la nascita di piattaforme per radio web, esisteva, così come si sviluppava in Italia una nuova sensibilità per la narrazione orale, quella dei podcast.

Ma fare l’editore è un mestiere che Marco sa di non poter improvvisare (ricordiamoci: è un manager) e decide di chiamare come partner Versante Sud che quel mestiere lo fa da anni, e anche bene.

È cosi che nasce Climbing Radio, la prima radio in Italia (e credo in Europa, ma forse anche al mondo) dedicata alla passione dell’arrampicare.

Un bilancio dopo 7 anni?”

“Ci avevo visto giusto: abbiamo risposto a un bisogno inespresso ma molto presente, e lo abbiamo fatto con una narrazione che di lì a poco sarebbe diventata uno dei fenomeni mediatici più importanti degli ultimi 10 anni, il podcast. Ora, esattamente come in genere si comportano altre case editrici di podcast, vogliamo aumentare la possibilità di fruizione dei nostri contenuti caricando i nostri podcast anche su altre piattaforme oltre che su quella della nostra radio”.

Jim Bridwell _ photo © Climbing Radio

Ma Marco, ricordiamolo, non è solo un imprenditore lucido e innovativo, è anche un uomo che ama la montagna, e questo amore si coglie vividamente quando ne parla.

“Se ti innamori di una persona ed è vero amore, questa persona la rispetti, profondamente. Vale anche per la montagna: amarla vuol dire anche rispettarla, e rispettarla vuol dire avvicinarla con delicatezza, senza la rapacità cafona di un approccio ‘consumistico’. Bisogna rispettarla anche nei suoi silenzi, entrare in punta di piedi in un ambiente naturale in cui sei ospite. È necessario sviluppare una educazione che porti più in là della sola consapevolezza di dover ‘riportare i rifiuti a casa’. Capire insomma che una parete di roccia non è una palestra di arrampicata ma un ecosistema delicato di cui possiamo far parte a patto di rispettarlo religiosamente.

Ecco, adesso che ci penso la ragione più profonda per la quale ho creato Climbing Radio è proprio questa: contribuire a creare una cultura di relazione rispettosa ed equilibrata con la montagna”.

Esiste un modo più “rispettoso” di arrampicare?

“Credo di sì, e ha a che fare con gli obiettivi per cui decidi di scalare una parete. Credo che questa disciplina sportiva vada praticata senza troppa intensità, senza porsi necessariamente obiettivi eccezionali. Accontentarsi di quello che si è riusciti a fare, senza frustrazioni per quello che non si riesce a fare. Da bambino arrampicavo sui muri a secco, in campagna, per sentirmi “un grande”, poi arrampicavo sugli alberi per raccogliere ciliegie. Adesso arrampico in montagna non per il brivido di sfide estreme, ma perché è la mia strada per entrare più intensamente in rapporto con quell’ambiente meraviglioso”.

studio _ photo © Climbing Radio

La parola “rispetto” viene dal verbo latino “respicere”, guardare indietro: il rispetto è il guardarsi indietro. Si procede, ed è avanti che si guarda, tutta avanti è la nostra attenzione. Il rispetto è quel momento di ricerca, di riflessione che ci ferma un attimo. Voltandoci, abbandonando un istante la prospettiva della nostra corsa, ci si apre tutto ciò che sta dietro, quell’enorme cattedrale di sentimento, di pensiero, di valore che non esiste se non fuori dal nostro ego. Perché davanti a noi c’è solo la nostra meta, dietro di noi c’è tutto il mondo che ci ha aiutato a raggiungerla, e di cui facciamo parte.

È ecologia della mente, prima che ecologia ambientale. E un consiglio prezioso per chiunque voglia vivere nella Natura, come parte della Natura.

Climbing Radio ci aiuta in questo esercizio: ci indica tante, fantastiche vie da arrampicare, e insieme ci suggerisce il modo giusto per approcciarle, che è fatto di amore e rispetto per la montagna, che esisteva prima di noi e continuerà ad esistere dopo il nostro passaggio su questa terra.

Non ci resta che sintonizzarci.

www.climbingradio.it